martedì 28 febbraio 2012

Ferite

Sdraiata su un letto di capelli castani
chiude gli occhi per dimenticare il dolore.
Brividi le scuotono il corpo,
il freddo sostituisce il bruciore delle ferite.
Fuori, un bianco riflesso,
surreale e lunare,
un freddo bagliore, misto di silenzio,
paura, pace e solitudine.
Emozioni inattese, e poco comprese,
s'impadroniscono del suo ventre.
Trattiene il respiro,
s'annoda in lei un groviglio di nervi
che come un rampicante s'espande
e la tiene prigioniera.
Ha paura.
Ed ha paura della sua stessa paura,
che la stupisce e turba il suo sonno.
Nei corridoi della memoria corre,
pur restando immobile; qualcuno la trascina,
nell'indifferenza di rumori metallici
e vitrei sguardi di routine.
E' sola, o almeno crede di esserlo.
Allora si augura di addormentarsi
e scivolare in un'altra dimensione,
indolore e senza terrore.
Finalmente una voce calda la raggiunge
e le dice "sono con te".
In fondo, di questo timore non v'è bisogno,
nell'azzurro del cielo,
e nel ventre della terra,
qualcuno pensa per lei.

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